In seguito alla conversione in legge del Decreto Legge Minniti-Orlando, ADL a Zavidovici aderisce al comunicato stampa del Coordinamento Regionale Asilo Lombardia.
Riportiamo di seguito il testo (qui la versione in pdf).
COMUNICATO STAMPA SUL “DECRETO MINNITI-ORLANDO”
Il Coordinamento Regionale per l’Asilo della Lombardia esprime un parere fortemente negativo nei confronti della recente normativa sull’asilo, il Decreto Legge 13/2017 appena convertito in legge (L. 46/2017)
Il decreto Minniti-Orlando è una fabbrica di irregolari: non solo non si aprono canali regolari di ingresso per le persone straniere in arrivo in Italia, ma si rende più difficile la vita e la permanenza di chi accede al nostro territorio, aumentandone la precarietà e l’irregolarità, spesso sinonimo di sfruttamento.
Invece di rendere applicabile la normativa (D.Lgs. 142/2015), che indica nello SPRAR la forma principale di accoglienza integrata dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in Italia, mentre oggi l’80% dell’accoglienza avviene nei “centri governativi” e nei CAS prefettizi, ci si preoccupa di “rassicurare” la cittadinanza, insistendo sulle forme di rimpatrio coatto degli irregolari, impossibili da applicare.
Ci sono inoltre due altre novità nel percorso di riconoscimento della protezione internazionale che destano in noi grande preoccupazione. La prima riguarda i casi di diniego dello status da parte delle Commissioni Territoriali in cui il diritto alla difesa del richiedente asilo viene fortemente indebolito: in fase di ricorso in primo grado infatti viene attribuita ampia discrezionalità al giudice circa l’opportunità di ascoltare il richiedente. La seconda invece riguarda la completa preclusione del diritto a ricorrere in appello.
Ma, in qualità di operatori dell’asilo, quanto maggiormente ci preoccupa è l’attribuzione della qualifica di “pubblico ufficiale” ai responsabili dei servizi di accoglienza. Stiamo combattendo da molto tempo il tentativo, fatto finora fuori dalla legge – ma da oggi possibile – di ledere irreparabilmente quel rapporto di fiducia che si crea tra operatore sociale e persona accolta e che è uno dei fondamenti dell’azione sociale che ci anima. L’operatore sociale deve essere una figura super partes nel rapporto tra Istituzioni (Prefettura, Questura, etc.) e beneficiari dei servizi.
La gravità di tutto questo ci impone di dover esprimere pubblicamente la nostra preoccupazione e la nostra indignazione per un’oggettiva riduzione dei diritti di tutti.
Coordinamento Regionale Asilo Lombardia, 26/4/2017.
Il decreto Minniti-Orlando è una fabbrica di irregolari: non solo non si aprono canali regolari di ingresso per le persone straniere in arrivo in Italia, ma si rende più difficile la vita e la permanenza di chi accede al nostro territorio, aumentandone la precarietà e l’irregolarità, spesso sinonimo di sfruttamento.
Invece di rendere applicabile la normativa (D.Lgs. 142/2015), che indica nello SPRAR la forma principale di accoglienza integrata dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in Italia, mentre oggi l’80% dell’accoglienza avviene nei “centri governativi” e nei CAS prefettizi, ci si preoccupa di “rassicurare” la cittadinanza, insistendo sulle forme di rimpatrio coatto degli irregolari, impossibili da applicare.
Ci sono inoltre due altre novità nel percorso di riconoscimento della protezione internazionale che destano in noi grande preoccupazione. La prima riguarda i casi di diniego dello status da parte delle Commissioni Territoriali in cui il diritto alla difesa del richiedente asilo viene fortemente indebolito: in fase di ricorso in primo grado infatti viene attribuita ampia discrezionalità al giudice circa l’opportunità di ascoltare il richiedente. La seconda invece riguarda la completa preclusione del diritto a ricorrere in appello.
Ma, in qualità di operatori dell’asilo, quanto maggiormente ci preoccupa è l’attribuzione della qualifica di “pubblico ufficiale” ai responsabili dei servizi di accoglienza. Stiamo combattendo da molto tempo il tentativo, fatto finora fuori dalla legge – ma da oggi possibile – di ledere irreparabilmente quel rapporto di fiducia che si crea tra operatore sociale e persona accolta e che è uno dei fondamenti dell’azione sociale che ci anima. L’operatore sociale deve essere una figura super partes nel rapporto tra Istituzioni (Prefettura, Questura, etc.) e beneficiari dei servizi.
La gravità di tutto questo ci impone di dover esprimere pubblicamente la nostra preoccupazione e la nostra indignazione per un’oggettiva riduzione dei diritti di tutti.
Coordinamento Regionale Asilo Lombardia, 26/4/2017.
Errata corrige: per un errore abbiamo pubblicato in precedenza una versione non definitivamente approvata del comunicato. Questa è la versione corretta. Ce ne scusiamo.