La rete “RiVolti ai Balcani” è composta da oltre 36 realtà e singoli impegnati nella difesa dei diritti delle persone e dei principi fondamentali sui quali si basano la Costituzione italiana e le norme europee e internazionali. La rete si costituisce come tale in un’assemblea nazionale a Milano ad inizio di dicembre dello stesso anno.
La Rete nasce dall’esigenza di un confronto e di una condivisione di valori ed obiettivi, nonché dalla consapevolezza dell’importanza di realizzare un impegno comune nella diversità. Si propone di facilitare le interazioni e le iniziative promosse singolarmente o in collaborazione tra varie realtà che la compongono e che operano all’interno della cornice della cosiddetta “rotta balcanica”, diventando volano strategico al fine di ottimizzare le risorse e raggiungere più incisivi e profondi cambiamenti delle gravissime situazioni nelle quali si trovano i migranti nei diversi paesi dell’area balcanica.


Nel corso del 2020 la rete RiVolti ai Balcani ha organizzato un convegno internazionale in cui sono stati inviati rappresentanti delle ONG attive sul campo, docenti, esponenti politici ed istituzionali allo scopo di discutere sul contesto europeo della gestione delle politiche in materia di asilo e migrazione, sulla responsabilità europea nelle violenze e le torture perpetrate contro i migranti in Croazia e sulle riammissioni dei richiedenti asilo e la violazione del diritto internazionale e dell’UE al confine orientale italiano.
In termini di documentazione delle gravi violazioni in atto, la rete ha prodotto due dossier (il primo presentato a giugno 2020 a Milano, il secondo a Venezia nel gennaio 2021 in collaborazione con Mediterranea ).
Ha creato una petizione che a febbraio 2021 ha raggiunto più di 50.000 firme.
Ha organizzato una raccolta fondi per supportare attività specifiche realizzate a Bihać attraverso la stretta collaborazione tra IPSIA e Crveni križ grada Bihaća (Croce Rossa della città di Bihać).
Nel giugno 2021 ha organizzato un ciclo di approfondimento online di quattro incontri sulla criminalizzazione della solidarietà: il primo con Elisa De Pieri e Lorenzo Trucco, il secondo con Matteo De Bellis e Fulvio Vassallo Paleologo, il terzo con Alessandro Metz, Tommaso Gandini, Gian Andrea Franchi, Maddalena Avon e Andrea Costa, il quarto con Anneliese Baldaccini, Luisa Marin e Pietro Bartolo.
Nel novembre 2021 una delegazione della Rete è andata in Bosnia ed Erzegovina per incontrare coloro che da anni portano avanti progetti solidali a sostegno delle persone in movimento. La rete ne ha finanziati diversi grazie al crowdfunding attivato nel corso del 2021. Si tratta di volontari bosniaci o internazionali, operatori sociali, attivisti di Ong che tutti i giorni si spendono per dare un supporto concreto ai migranti bloccati nel Paese, farli uscire dall’invisibilità e aiutarli a “restare umani”. Da Tuzla a Velika Kladuša, da Sarajevo a Bihać.
Vengono costantemente organizzati webinar, incontri pubblici ed iniziative formative ed informative sia per il confronto continuo tra i membri sia per la sensibilizzazione di quante più persone, condividendo strumenti approfonditi di lettura di ciò che avviene lungo la Rotta Balcanica.
Sono state attivate, in diversi territori italiani, reti di solidarietà locali che attraverso volontarie/i hanno promosso raccolte di materiali da inviare nelle aree dove le necessità appaiono più impellenti, in particolar modo in Bosnia Erzegovina ma anche a Trieste.
Il coordinamento, la comunicazione e la sinergia tra le varie antenne distribuite in tutta la penisola hanno portato e porteranno l’aumento dell’attenzione e una maggiore incisività degli interventi laddove si siano resi e si renderanno necessari.
Forma e percorsi
La Rete non è strutturata in modo formale, sotto forma di associazione, ma è una realtà a libera adesione aperta a chiunque ne condivida gli scopi e i principi guida qui illustrati. (Ad ogni nuovo membro verrà chiesto di aderire a questo manifesto che indica i principi guida della Rete stessa).
Attualmente la Rete è un sodalizio multidisciplinare composto da più di trenta realtà italiane dell’associazionismo e dell’accoglienza, del giornalismo, dell’arte, dell’attivismo e del mondo accademico, coinvolge cittadine e cittadini che, a vario titolo, hanno scelto di farne parte.
Chi partecipa alla Rete crede nel valore della solidarietà come forma concreta di una visione del mondo che si basa sull’affermazione dei principi democratici, sul rispetto dei diritti umani, sul rifiuto della guerra, sul contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali e sul rispetto dell’ambiente. Chi fa parte della Rete si impegna a realizzare un’azione di responsabilità civica verso coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto, perché non hanno voce, e dare voce alle loro istanze.