«Le difficoltà maggiori per i migranti sono di natura psicologica. Il loro background è già molto complicato, questi 15 giorni di attesa estenuante stanno peggiorando le cose. Ho paura che commettano atti di autolesionismo. Non ho tempo per pensare alle dichiarazioni del ministro, ho la responsabilità di 42 persone sulle mie spalle»
Da ieri il nome della capitana della nave, che due giorni fa ha deciso di mettere fine all’inutile attesa di un porto sicuro entrando senza autorizzazione nelle acque territoriali italiane, è iscritto nel registro degli indagati della procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per non aver obbedito all’ordine di fermarsi impartitole dalla Guardia di finanza.
Dopo aver deciso di mettere fine all’inutile attesa di un porto sicuro entrando senza autorizzazione nelle acque territoriali italiane, il nome di Carola Rackete è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per non aver obbedito all’ordine di fermarsi impartitole dalla Guardia di finanza.
Ponendo al di sopra di ogni cosa la tutela della salute del suo equipaggio e delle persone soccorse, l’accusa è inoltre di resistenza e violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai 3 ai 10 anni di reclusione. Infine, per effetto del DL Sicurezza, Sea Watch dovrà pagare una multa da 20mila euro.
“Può essere considerato criminale chi dopo continue provocazioni è lasciato da solo in mezzo al mare? Certo che non può. La comandante non aveva altra scelta, da 36 ore aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane avevano ignorato”.
Con le parole di Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, ci affianchiamo a Carola Rackete esprimendo tutto il nostro supporto e solidarietà nei confronti di questa giovane donna, insutata e derisa, dipinta come radical chic e figlia di papà, nonostante conosca quattro lingue, abbia lavorato per la British Antartic Survey, sia stata al timone di una nave rompighiacchio al Polo Nord e secondo ufficiale sia della Ocean Diamond che della Aretic Sunrise di Greenpeace.
Decidere di dedicare la propria vita alla tutela dei diritti umani non può essere oggetto di criminalizzazione. Di fronte ad un dramma quotidiano ormai da troppi anni è la stessa Unione Europea a dover intervenire con misure adeguate per affermare il principio di solidarietà e soccorso in mare. Prima le persone!
Vi invitiamo a rilanciare e diffondere la campagna nazionale di IO ACCOLGO.
Pagina Facebook della campagna nazionale
Invitiamo inoltre chiunque volesse dimostrare il proprio sostegno a Sea Watch al Sit-in di stasera dalle 18h30 all’oratorio di S.Maria in Silva a Brescia (Via Sardegna 29) e ad aderire al comitato bresciano della campagna Io Accolgo.
Qui la scheda di adesione per promotori e sostenitori!
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