Trent’anni di Bosnia. Un paradigma della contemporaneità.

Fotografie di Enrico Carpegna

Chiesa di San Domenico. Alba
Dal 17 al 29 settembre 2024
Inaugurazione martedì 17 settembre alle 18.30
Apertura al pubblico: dal martedì al venerdì (dalle 15.00 alle 18.00), sabato e domenica (dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00)

Iniziativa organizzata da ADL a Zavidovici Impresa Sociale, On-Borders, Strani Vari, Città di Alba, Ufficio della Pace. Con il sostegno di Fondazione CRC e il contributo di 8×1000 Chiesa Battista

Nella primavera del 1992 la Bosnia Erzegovina piomba in una guerra che si concluderà nell’inverno del 1995.

Le città bosniache – tra le quali Zavidovići che era centro dell’industria del legname – subirono violenza economica di guerra, traffici criminali, distruzione industriale e ambientale e, passati i primi anni post bellici segnati da un certo ottimismo verso la “transizione” che avrebbe dovuto portare consolidamento democratico e crescita economica, le persone hanno ripreso ad andarsene. Oggi la Bosnia Erzegovina si trova in una situazione di stallo economico e sociale, alcune aree sono fra le più inquinate d’Europa e ha i tassi di emigrazione tra i più alti al mondo. D’altra parte è il paese dove passa una parte importante dei migranti che attraversano la regione.

La condizione paradigmatica della Bosnia mette a fuoco fenomeni solo in apparenza tra loro distanti, ma in realtà intersecati in un quadro storico politico comune in cui conflitti, violenze, logiche di potenza, e resistenze si intrecciano e si rimandano nello spazio globale del mondo contemporaneo.

I ritratti di figure “resistenti” e i paesaggi “post-industriali” sono uno sguardo su tale condizione.

Il progetto è in continuità con numerosi seminari, incontri, iniziative realizzate negli anni sul territorio in collaborazione con Università di Torino e del Piemonte Orientale, il Centro Culturale Protestante, Idos, diverse associazioni. Dai convegni Vent’anni da Dayton, e Sarajevo-Aleppo: Guerre Profughi Cooperazione e Territori dagli anni ’90 a oggi, al ciclo di incontri Spostarsi; dalla ricerca fotografica Paesaggi bosniaci. Fratture e oltrepassamenti, agli eventi delle varie edizioni del Festival della Non Violenza e della Resistenza Civile presso il Centro Studi Sereno Regis, all’osservatorio No Man’s Land, ai lavori in OnBorders.

Il precedente reportage fotografico di Enrico Carpegna Balcanica sui profughi della rotta balcanica è stato premiato al Lugano Photodays Reportage 2019:

Partner: Ass. Sigurno Mjesto – Zavidovići

Aderenti: Onborders, Vaso di Serepta, Bds Torino, Centro Studi Sereno Regis, Carovane Migranti, Idos.

Balcanica

Le fotografie sono state realizzate nel corso di un viaggio svolto alla fine di novembre 2018 insieme a William Bonapace, ricercatore IDOS e Maria Perino, docente dell’Università del Piemonte Orientale. L’intento: documentare la drammatica situazione dei migranti bloccati in territorio bosniaco. Le immagini sono state elaborate per rappresentare la tragica realtà dei tanti “non luoghi” in cui le “persone in cammino” si trovano confinate alle frontiere o all’interno dell’Unione Europea così come nelle innumerevoli altre “terre di nessuno” . Spettri e simboli della contemporaneità.

Per l’autore è fondamentale presentare una visione non stereotipata e a questo fine è stata fatta la scelta della fotocamera ad infrarossi che viene utilizzata, solitamente, per fini militari, visioni al buio, caccia di animali di notte.

Le fotografie di Enrico Carpegna documentano la vita fuori e nei Temporary Reception Centres del Cantone Una-Sana: Bihać, Velika Kladuša, Cazin, in attesa del game, il tentativo di uscire e raggiungere l’Europa.

Nel 2018 passarono lungo la Bosnia Erzegovina circa 22.400 migranti, 20 volte in più rispetto a quelli che transitarono nel 2017, quando furono solo 1.166.

Dal 2018 all’estate del 2024, secondo i dati diffusi dal Foreigners Affairs Service, sono transitate attraverso la Bosnia Erzegovina 140.000 persone.

Nell’estate 2024 sono state presenti nei quattro centri dislocati intorno a Sarajevo e nel Cantone Una Sana, nel nord ovest del Paese, circa 1500 persone.

Qui i report 2019 e 2020 sulla rotta balcanica:

Balcanica Oulx

Lugano: Premio Internazionale Reportage e Documentario 2019.

Il contesto

L’area albese ha alle proprie spalle una lunga tradizione di attività di cooperazione e soprattutto di cooperazione decentrata, iniziata negli anni della guerra in Bosnia.

L’azione di alcuni cittadine e cittadini albesi a sostegno di profughi della città di Zavidovići aveva progressivamente avvicinato l’amministrazione al conflitto che stava insanguinando i Balcani, interrogando istituzioni e società civile rispetto a come fermare una “nuova guerra” nel cuore dell’Europa.

  • Nel 1996 il Comune di Alba decide di contribuire alla fondazione dell’Associazione Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići, soggetto deputato a favorire la ricostruzione del tessuto sociale, economico e culturale nella cittadina bosniaca, insieme con altre municipalità italiane ed europee. Parallelamente apre al proprio interno l’Ufficio della Pace incaricato di seguire i progetti di cooperazione decentrata, di tenere le relazioni con i soggetti albesi e bosniaci coinvolti, di svolgere attività di educazione alla pace e di sensibilizzazione rispetto ai temi della nonviolenza, e di politica internazionale. Nell’ambito della cooperazione il Comune di Alba inizialmente coordina la spinta volontaristica del territorio albese, supportando interventi di emergenza rivolti a donne, profughi, popolazione Rom.
  • Nel periodo successivo, dal 1997 (anno dell’apertura dell’Associazione dell’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići- Adl) al 2000, gli interventi interessano prevalentemente il settore sanitario con l’invio di attrezzatura e materiale medico, nonché l’organizzazione di corsi di formazione per il personale interno alla Casa della Salute di Zavidovići.
  • Con il 2002 si inaugura una nuova stagione di attività di cooperazione sostenuta dai contributi della Regione Piemonte (L.R. 67/95). In un primo momento l’obiettivo è quello di riportare l’attenzione sull’area dei Balcani, attraverso l’organizzazione di eventi e attività rivolte in particolare al pubblico giovanile albese.
  • Dal 2003 l’impegno del Comune si avvicina progressivamente alle pratiche propriamente dette della cooperazione decentrata, inizialmente attraverso l’organizzazione di interventi di animazione rivolti a bambini, cogestiti da soggetti italiani e bosniaci con il progetto “Un ponte con i Balcani”. Questa iniziativa, avviata con un gruppo di giovani – divenuto l’Associazione Strani Vari – innesca un processo virtuoso che di anno in anno (dal 2003 ad oggi) ha ampliato e rafforzato la rete di soggetti coinvolti su entrambi i territori. Nell’albese, attraverso i progetti presentati e realizzati, sono state coinvolte associazioni di volontariato, associazioni culturali, aziende, cooperative sociali, servizi socio-sanitari, studi specializzati, produttori, ripartizioni differenti del Comune di Alba; in Bosnia, oltre a diversi settori della municipalità, scuole di diverso ordine e grado, servizi sociali e sanitari, associazioni locali, agricoltori. Questo ha consentito di ampliare e diversificare la gamma di attività svolte dal Comune di Alba e dalla sua cittadinanza a Zavidovići, passando dall’impegno iniziale nell’animazione per bambini e delle politiche giovanili, ai servizi sociali ( “ll lavoro di rete e di comunità nei servizi sociali in Bosnia Erzegovina e in Italia: un approccio metodologico e una proposta di intervento a supporto delle vittime di violenza” – Bando 2006 – “Contro la violenza domestica: esperienze di lavoro a confronto in Bosnia e in Italia” – Bando 2007), servizi educativi (“Servizi per l’infanzia nelle aree rurali di Zavidovicì”- Bando 2007) e al settore rifiuti attraverso un bando della Regione Piemonte sull’institutional building, pubblicato nel 2007.
  • Nel 2009, il progetto Un luogo sicuro: programma di interventi a supporto delle vittime di violenza domestica finanziato dalla Regione Piemonte, ponendosi l’obiettivo di sostenere l’attività della rete bosniaca locale contro la violenza domestica attiva da tre anni. Da questo attivismo nascerà con il contributo del Comune di Alba l’associazione Sigurno Mjesto che negli anni ha collaborato con ADL nella realizzazione di attività con e per le donne.
  • nel 2007 prende avvio un intervento in ambito agricolo, inizialmente sviluppato in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Padova e successivamente proseguito anche in relazione con la condotta Slow Food di Alba. Il progetto ha visto un’analisi territoriale orientata a comprendere opportunità di sviluppo in ambito agricolo sul territorio di Zavidovići e di Žepce. L’analisi ha fatto emergere come opportuno un supporto ad un gruppo qualificato di agricoltori per la diversificazione della produzione orticola, la coltivazione in serra e la produzione di piantini in modo autonomo. Tra il 2008 e il 2011 è proseguita l’attività di formazione e consulenza, portando alla nascita di un presidio tecnico per agricoltori locali nel centro di Žepce.
  • All’incrocio tra questa iniziativa e l’attività a supporto delle donne, è nata a partire dal 2014 l’iniziativa Orti Familiari, – sostenuta dal 2022 dall’Associazione Ampelos – orientata a sostenere le donne che vivono nelle aree rurali nel qualificare e diversificare la propria attività agricola per l’autoconsumo. Nell’ambito del progetto sono realizzate analisi qualitative e quantitative che forniscono un quadro socio demografico del contesto.
  • Nel 2023 L’Agenzia di Sviluppo di Žepce allestisce un laboratorio enologico grazie al sostegno della Fondazione CRC, Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato, Ampelos. Nel 2014 ADL diventa impresa sociale e nel 2016 decide di continuare il rapporto ventennale con la comunità di Zavidovići, supportando la costituzione di un’associazione autonoma locale fatta della rete di cittadini che fino ad allora avevano sostenuto e partecipato alle attività promosse dall’ufficio della Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići. Oggi ADL a Zavidovići è partner leader della nuova associazione costituita, la Agencija Lokalne Demokratije, componente della rete internazionale ALDA – European Association for Local Democracy, e del Balkan Network for Local Democracy.

    Con il sostegno di Fondazione CRC