Evento concluso

Luogo: Largo Formentone, Brescia

Inizio: 13 Ottobre 2022

Fine: 13 October 2022

Marcia per l’Accoglienza. Edizione 2022

Umanità in marcia

Oltre un migliaio di persone in corteo per le vie del centro di Brescia  hanno aderito sabato scorso 15 ottobre alla «Marcia per l’accoglienza» promossa dalla rete Io Accolgo Brescia.
Più persone e una sola voce: «Come cittadine e cittadini bresciani, italiani e europei, come cittadini e cittadine del mondo, rifiutiamo ogni gerarchia della disperazione volta a classificare e etichettare le persone in movimento come più o meno gradite e, dunque, meritevoli di soccorso».

Roberto Memme, socio e vicepresidente di ADL a Zavidovici

Il messaggio della nostra Associazione

Riportiamo di seguito il testo dell’intervento pronunciato da Roberto Memme, coordinatore del progetto SAI Brescia nonché socio vicepresidente della nostra Associazione.

Sono coordinatore del progetto SAI del Comune di Brescia e Vice Presidente dell’Ass. ADL a Zavidovici e sono qui per ribadire che la guerra e l’esodo dall’Ucraina ci pongono di fronte ad un dovere forte, un obbligo di azione in difesa dei diritti umani e della dignità della vita umana.

Il progetto SAI della nostra città e il Coordinamento dei progetti SAI della provincia bresciana sono profondamente coinvolti per tradurre questo dovere in un’azione concreta, ossia garantire una buona accoglienza a tutte e a tutti, nessuna persona esclusa.

Nel compiere questa azione non vogliamo sottostare però ad alcuna gerarchia della sofferenza, né a nessuna graduatoria della memoria: continueremo infatti ad accogliere chi proviene dai conflitti dimenticati, senza distinguere tra rifugiati di serie A e rifugiati di serie B, perché tutti e tutte hanno diritto all’asilo e ad una buona accoglienza.

“L’esclusione dei migranti è schifosa, peccaminosa e criminale.” Queste sono le parole di Papa Francesco che, meno di una settimana fa, hanno dipinto il genere di accoglienza che vuole imporre chi propone le “azioni concrete” della chiusura dei porti, dei blocchi navali e di chi promuove una gerarchia etnica della disperazione.

La buona accoglienza deve ribadire il diritto all’asilo, un diritto dell’individuo e non una concessione dello Stato, un diritto che si deve estendere a tutte le persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità e di bisogno, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione, dal sesso, dall’orientamento sessuale, dall’età e dall’origine etnica. E al di là della parte del conflitto dalla quale si trovano a dover fuggire.

Voglio sottolineare che anche i cittadini e le cittadine della Federazione Russa che hanno necessità di abbandonare il proprio paese sono benvenuti e benvenute, al pari di chi proviene dall’Ucraina, dall’Iran, dal Venezuela, dallo Yemen, dal Burkina Faso e da ogni altra parte del mondo.

Abbiamo inoltre il dovere di non abbandonare, per le vie che portano all’Europa, coloro che hanno bisogno della parte migliore dell’Europa.

Sono troppe ancora le persone bloccate da troppo tempo tra le bufere dei boschi dei Balcani, ostaggio di abusi indiscriminati, oggetto di pestaggi, violenze e spogliate di qualsiasi diritto. Sono ancora in corso gli orrori nel Mar Mediterraneo, ormai divenuto il cimitero più grande del mondo.

La buona accoglienza è l’azione concreta ed è l’azione forte delle istituzioni in difesa dei diritti umani. Non è solo un valore, ma un dovere collettivo che non deve mai più essere criminalizzato.

L’appello che rivolgo a tutte le istituzioni è quello di garantire ed estendere, quanto prima possibile, e su tutto il territorio nazionale, un sistema unico di micro-accoglienza diffusa attraverso la rete professionale del Sistema di Accoglienza e Integrazione.

Non solo per chi fugge dai conflitti, ma per ogni altra futura necessità, quindi anche per tutti e tutte coloro che dovranno mettersi al riparo dalle calamità naturali causate dal cambiamento climatico.

In questi mesi abbiamo più chiaro che l’obbligatorietà del SAI per tutti i Comuni italiani e un modello unico di un’accoglienza realmente diffusa è un investimento strategico che permette di costruire un’infrastruttura solida in grado di anticipare l’emergenza, senza subirla; che permette di costruire insieme la società del domani, ottimizzando le risorse pubbliche, e soprattutto che permette di rendere più efficaci la tutela e l’inclusione delle persone costrette a migrare.

Eppure, sebbene la realtà bresciana è all’avanguardia nel panorama nazionale dell’accoglienza, ad oggi della rete bresciana del Sistema di Accoglienza e Integrazione, composta da 12 progetti, fanno parte solamente 38 dei 205 Comuni bresciani!

Il sistema nazionale di accoglienza pubblico è quindi sottodimensionato, e i dati dei nostri comuni lo rappresentano bene.

Concludo guardando all’Europa dove, In questi mesi, lo spettro della guerra si aggira devastante.

E credo di parlare non solo a nome del SAI e dell’Associazione ADL a Zavidovici, ma a nome di tutte e di tutti, quando dico che come cittadini e cittadine europei, chiediamo all’Europa di impegnarsi al massimo nella ricerca di soluzioni alternative ai conflitti violenti perché solo la deposizione delle armi può consentire la realizzazione di programmi di trasferimento e collocamento dei cittadini e delle cittadine in pericolo di vita.

Le dinamiche di militarizzazione della fortezza europea ci spaventano, e non vogliamo che lo spettro della guerra possa fungere da pretesto per l’innalzamento di nuovi muri e il rafforzamento di quelli vecchi.

È ormai tempo che l’Europa, e con essa ognuno ed ognuna di noi, esponga apertamente a tutto il mondo il proprio modo di intendere la convivenza, il proprio fine e le proprie tendenze che la contrappongono alla favola lugubre della guerra, attraverso il rinnovo del manifesto di un’Europa dellela solidarietà, delle culture e dei popoli.

Concludo quindi augurando a tutte e a tutti una buona accoglienza, non solo oggi, non solo per l’Ucraina o per l’Afghanistan, ma una buona accoglienza per tutte e tutti. Sempre!