Progetto non attivo

RapLab contro le disuguaglianze è una piattaforma di dialogo e di produzione rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 (Sustainable Development Goal(s)- SDGs) destinato agli studenti delle Scuole Superiori della Provincia di Brescia. Coordinato dalla nostra Associazione e finanziato dal Programma Start the Change dell’Unione Europea, Rap Lab si pone l’obiettivo specifico di stimolare una discussione produttiva sulle connessioni tra disuguaglianze globali e migrazioni attraverso l’uso di linguaggi artistici e creativi.

Nell’anno scolastico 2019/20 all’interno degli Istituti Superiori della Provincia di Brescia, gli studenti coinvolti hanno incontrato giovani rifugiati abitanti nel nostro territorio e, attraverso la mediazione di esperti in materia e di un artista locale si sono confrontati su questioni legate a disuguaglianze e razzismo attraverso linguaggi a loro familiari: hip-hop, rap e i diversi contemporanei linguaggi multimediali e le connesse arti visive.
Il progetto è stato realizzato congiuntamente da uno staff composto da un esperto di disuguaglianze e migrazioni, un educatore professionista, un tutor artistico e un video-maker. 

Capitolo Zero, o di come abbiamo declinato il progetto con le scuole partecipanti

“Se contro gli altri tu vuoi fare il grosso
ricorda che anche il tuo sangue e rosso
quello che diciamo è sicuramente vero
tra bianco e nero la differenza è zero”


La nostra associazione porta avanti da anni le iniziative di sensibilizzazione sulla tematica delle migrazioni negli istituti scolastici della città di Brescia e provincia. Nel 2019 abbiamo pensato di rielaborare il modo in cui presentare questioni fondamentali e attuali come il diritto di asilo e le diseguaglianze globali interrogandoci sul metodo migliore per approcciare il discorso con le giovanissime generazioni, che in età adolescenziale hanno comprensibilmente altre preoccupazioni e priorità.

L’idea di rielaborare i nostri laboratori scolastici è maturata sfruttando una call dell’Unione Europea proprio rispetto ai temi delle diseguaglianze globali, le migrazioni e gli obiettivi da raggiungere entro il 2030. É stata l’occasione perfetta per affrontare un terreno sconosciuto pure a noi come operatori e formatori: ovvero raccontare queste tematiche con una modalità totalmente differente, attraverso il genere artistico e musicale. In una sola parola: il rap.

Un medium quindi che permettesse alle studentesse e agli studenti di rimanere sul pezzo meglio delle persone che avrebbero avuto dall’altra parte (i coordinatori e il tutor artistico). Una situazione che ci ha concesso di concentrarci maggiormente sul mezzo rispetto ai contenuti, e quindi, a discutere prioritariamente del rap rispetto alle tematiche affrontate.

Gli studenti ne hanno discusso con una figura terza: non un docente. O meglio: anche un docente, ma prima di tutto un rapper a tutti gli effetti in grado di conoscere la materia dal suo nucleo interno.

Making Of, o di come abbiamo approcciato il progetto nel primo confronto con le classi partecipanti

Dall’altro lato della cattedra

A conferma della buona ricezione del progetto ci sono le parole di Chiara, docente del CFP AIB Ome:

“Quello della scrittura creativa è un mondo che mi appassiona e quando ci è stato proposto questo progetto abbiamo creduto che potesse dimostrarsi interessante ed efficace. Un’occasione per far esercitare studentesse e studenti in quelle competenze che difficilmente vengono sollecitate di spontanea iniziativa e che non sono – almeno sulla carta – elettive in un CFP. Il rap come linguaggio e come medium è stata un’intuizione di chi ha coordinato questo progetto e ha capito che sarebbe stato il pretesto ideale per portare in aula determinate tematiche. Come docente di lettere l’ho invece interpretato come strumento perfetto per sollecitare un certo tipo di lavoro che non è sempre a portata di mano nelle nostre aule, dove i riferimenti principali sono cacciaviti, tester e strumenti di tutt’altro tipo”

“Siamo già una dimensione sensibile ai temi dell’accoglienza e della diversità, del rispetto delle peculiarità di ciascuno. L’ambiente in questa scuole è sensibile perché frequentato da persone che queste diversità le rappresentano proprio attraverso la loro fisicità e storia individuale e familiare. Nonostante tutto certi temi portati in aula possono generare enormi conflittualità. Quando abbiamo deciso di aderire al progetto sapevamo che oltre a rappresentare una grande opportunità di crescita, confronto e creatività, avremmo potuto trovarci di fronte a qualcosa di meno facile da gestire. Questa preoccupazione fortunatamente si è rivelata del tutto infondata, poiché chi ha gestito il confronto con le classi – grazie anche al medium scelto – è arrivato a conquistarsi la fiducia, la curiosità ed il rispetto degli studenti prima di approcciare le tematiche dell’accoglienza, dei diritti e della giustizia sociale.”

Nel 2020 è la prima traccia composta dalla classe del CFP AIB di Ome

Il tutor artistico del progetto: Resho

“Oggettivamente dal punto di vista qualitativo si poteva fare di più, ma bisogna considerare l’irruzione di una pandemia globale che ha costretto gli studenti a scrivere un testo “finito” e strutturato in pochissime ore a disposizione, sempre in corsa, in emergenza e via zoom. Sono orgoglioso di quanto le ragazze ed i ragazzi partecipanti sono riusciti a tirare fuori nonostante il poco tempo ed i mezzi in possesso: hanno registrato questi pezzi con dei normali smartphone o su zoom senza avere la possibilità di concentrarsi bene su come si registra qualcosa e come si concettualizza la registrazione. L’idea originale di ADL a Zavidovici era quella di usufruire degli spazi dello studio di registrazione della Piastra Pendolina della Cooperativa Il Calabrone. In uno scenario normale, avremmo potuto costruire questo percorso con più cura.”

“Alla fine tuttavia, va bene così. Il rap vecchia scuola si presta ad esprimere delle idee mettendole a tempo, per cui è assolutamente efficace in una situazione laboratoriale ed interattiva. Non insegniamo a fare il rap: facciamo semplicemente dei pezzi insieme. La parte più tecnica viene curata da me (nel tempo, nel flow, nella metrica) ma sono gli studenti a buttare le idee in rima, nel renderle parte di una canzone ed incastrandole nella struttura. Ripensare la frase in modo che sia proprio ciò che volevi esprimere e al contempo renderla parte di un pezzo musicale: questo è un lavoro che sviluppa enormemente le abilità di pensiero e scrittura. Per questo è sempre bello fare rap nelle scuole!”

“Partendo col furgone” è il contributo delle classi dell’ISS Andrea Mantegna.
Grazie a Nicola Zambelli per le riprese effettuate in classe per questo video

Un progetto “interrotto” dalla pandemia globale ma concluso positivamente

Oltre al CFP AIB di Ome e l’IIS Mantegna di Brescia – con cui è stato possibile finalizzare (anche se a distanza) – il lavoro iniziato in classe, il nostro progetto aveva raccolto le adesioni dell’IIS Angelo Gigli di Rovato (sede dell’inaugurazione), dell’IIS Capirola di Ghedi e dell’IIS Antonietti di Iseo.
In queste scuole è stato possibile effettuare solo la prima fase del laboratorio, con sessioni di orientamento alla tematica delle migrazioni, delle violazioni e delle diseguaglianze globali. 

Per informazioni su Start the Change, il sito è questo: https://www.startthechange.eu/

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